top of page

OUR NEW ALBUM

Musica - Ancora 1 - Start

Mission accomplished

Vocal eXcess - The Album (2018)

Ascolta o acquista su 

apple-music-logo-png-8.png
apple-music-logo-png-8.png
apple-music-logo-png-8.png
apple-music-logo-png-8.png
tidal_gray3.png
apple-music-logo-png-8.png
Amazon
Deezer
Apple Music
Spotify
GooglePlay
Tidal

After over six years of vocalizations, notes, songs, sore throats, rehearsals and concerts, in 2017 we finally decided to record our first CD. It is called like us ("Vocal eXcess") and contains some of the songs of our repertoire that are closest to our hearts: to us and to those who listen and support us since 2010.

The album will allow  the Turin's neighborhood Houses network  to benefit directly, since all the CD's revenue is intended for the creation of free courses and music workshops reserved for the weaker groups.

Recorded thanks to an exciting crowdfunding realized on the Musicraiser platform which were followed by handfuls of weekends spent in the recording room between May and October, our first album was released on Monday 18 December (Keith Richards' birthday) and is open from the notes immortals of "Satisfaction". The other ten representative tracks of the repertoire that the first rock choir of Italy sings with energy since its birth complete it.

Vocal eXcess CD Cover
Musica - Ancora 2 - ALBUM 1

Recording sessions

Prima di quel giorno, ben pochi di noi lo avevano già fatto: entrare in uno studio di registrazione, portarsi le cuffie alle orecchie e cantare dentro un microfono. Registrare “il nostro disco” è stata per noi, esercito di cento voci in missione per conto del rock, un’emozione tutta nuova, sorprendente e travolgente. Che ci ha nutrito l’ego per sempre e riempito le domeniche di mezzo 2017 e che vale la pena di raccontare dall’inizio.

Da una tiepida mattina di maggio, quella di domenica 7, primo giorno di registrazione. La sera prima, Patti Smith, la poetessa del rock, musa ispiratrice e autrice dell’anthem “People Have The Power” che chiude i nostri concerti, aveva cantato all’Auditorium Rai di via Rossini e i più ottimisti tra noi ne avevano interpretato l’esibizione come un buon viatico sulla strada del successo. Quindi appuntamento alle ore 10 del mattino davanti al cancello automatico de “Lo Studio”, quartiere Pozzo Strada, a cinque minuti d’auto dal PalaRuffini, sancta sanctorum della musica leggera che negli anni ha visto sfilare tra gli altri Lou Reed e Bob Dylan, i Ramones e i Cure, De André e i Deep Purple. Assieme alla puntualissima e sorridente Teacher si presentano tesi come corde di violino quasi tutti gli uomini del coro, sostenuti e integrati da alcuni contralti. È in programma la prima sessione di registrazione di “Wonderwall”, alla quale nella stessa giornata ne seguiranno altre cinque, riservate al resto dei contralti, ai medi e ai soprani del coro. Le sessioni finiranno dopo le 21 e i più pessimisti tra noi cominceranno a preoccuparsi per la salute fisica e mentale della Teacher.

Ma la prima volta non poteva essere banale! Today it’s gonna be the day, o no? Le note emozionate e strozzate che escono a malapena, la pronuncia (“Mi raccomando! Gat tu du, non Got tu du. Avete capito?”) che prende il sopravvento sull’intonazione, la sorpresa di scoprire la propria voce cucita nel tappeto musicale sul quale s’era cantato un minuto prima. Come ce la siamo cavata, Teacher? La sera stessa e il giorno dopo sono uno tsunami di whatsapp che inghiotte ogni colore e sentimento. Alla fine la Direttrice del coro ci tranquillizza: “È andata alla grande. Bravissimi. Continuiamo così”.

​

E continuiamo così per mesi, fino agli ultimi giorni di ottobre. Il plotone di coristi rock occupa Lo Studio di sabato e domenica, frammentato a seconda delle esigenze legate a brani da registrare o perfezionare. I coristi si presentano a gruppi di dieci o dodici, si aspettano sul marciapiede di fronte a un bar che neanche a Caracas ed entrano in cortile facendo attenzione a non schiamazzare, perché in fondo la gente normale di domenica mattina dorme o quantomeno riposa. In settimana, la Teacher, i musicisti e il dominus della sala di registrazione, Leonardo Corradazzi, recuperano le nostre tracce e le completano di par loro.

Lavoriamo tanto e bene, divertendoci un sacco, prendendo rapidamente confidenza con lo studio di registrazione e con il suo mood, giocando a fare le rockstar del giorno di festa. C’è chi dimentica l’auto nel parcheggio del vicino supermercato (di domenica chiude alle 13) e la recupera dopo funamboliche manovre che strappano l’applauso alla gente affacciata sui balconi del palazzo accanto, c’è chi scatena faide familiari rinunciando al fine settimana al mare e chi si presenta vestito a festa perché a mezzogiorno c’è la prima comunione della figlia della cugina e deve poi andare a pranzo a Poirino. E le foto in studio? Diventano un rito da tramandare attraverso la solita, rumorosissima, chat di whatsapp: il giorno di “Born To Be Wild” gli uomini si presentano all’appuntamento indossando improbabili parrucche da rockstar e scatenano la reazione delle girls che, da lì in avanti, si cimenteranno in una clamorosa serie di uscite a tema collegate alla canzone registrata.

​

I Vocal eXcess sono così: estemporanei sacerdoti e sacerdotesse della disciplina rock strappati alla vita di tutti i giorni dalla magia dei 4/4, pronti a sacrificare il pranzo dalla mamma come la finale di Champions pur di indossare la maglietta nera col logo grigiobiancorosso e battere le mani (a tempo, si spera) su un palco sufficientemente grande da contenerli tutti. 

La copertina del disco è il paradigma del nostro modo di essere: sorridenti, stretti l’uno all’altro e disordinati. In 44 come i gatti (non in fila per sei ma organizzati in quattro cerchi concentrici che abbracciano forte la Teacher), sorpresi dal freddo pungente di una domenica di marzo nel cuore postmoderno di Parco Dora. Siamo appena in 44 perché gli altri avevano da fare: qualcuno lavorava, qualcun altro era altrove (dai Carri fioriti di Sanremo al Gran Balon di Torino) e qualcun altro ancora se n’era semplicemente dimenticato.

 

Grintosi, imprevedibili, teneri Vocals: su disco, dal vivo, alle prove settimanali della Cascina Roccafranca e della Casa del Quartiere. In fondo siamo davvero il primo coro rock d’Italia, per incontestabile data di nascita e per autoreferenziale distacco.

—  Salvo Anzaldi, nov 2018

bottom of page